Manfredi da tutto esaurito

Manfredi da tutto esaurito Il celebre archeologo ha presentato a Santa Maria Maddalena il suo ultimo libro Occhiobello. Auditorium comunale di Santa Maria Maddalena completamente esaurito anche per il secondo appuntamento di “Parole d’autore”, la rassegna letteraria del Comune di Occhiobello. Venerdì 25 marzo è stata la volta di Valerio Massimo Manfredi, archeologo, insegnate universitario, ma soprattutto scrittore di romanzi che sono stati venduti in oltre dieci milioni di copie. Manfredi ha presentato il suo ultimo libro: Archanes e altri racconti. Non un romanzo quindi, ma una raccolta di racconti più o meno lunghi, che spaziano dal romanzo storico, al thriller ambientato nel futuro prossimo. A Sergio Gnudi che lo intervistava, lo scrittore ha illustrato la genesi dei vari racconti, ma soprattutto, il fatto che ognuno di questi avrebbe potuto diventare un romanzo, la storie e le trame erano già delineate. Parlando di “Limes”, racconto ambientato nel settimo secolo dopo cristo, Manfredi non si fa pregare a illustrare, non solo il contrasto insanabile tra romani e longobardi, ma ad attualizzarlo nel nostro tempo e ancor di più nei nostri giorni. I longobardi, come gli altri “barbari”, invadono il mondo civilizzato dai romani, oramai incapace di resistere alle pressioni di chi ha più fame e disperazione. La stessa cosa sta capitando oggi. Le regole ferree del diritto romano non valgono più, perché gli invasori hanno altre regole. Lo scrittore, riflettendo su quella che sarebbe potuto accadere, se fosse stata possibile una integrazione tra queste due civiltà, ha concluso che probabilmente l’unità d’Italia, sarebbe potuta avvenire molto prima che non 150 anni fa. Un unità del nostro Paese che ci deve essere molto cara, perché è l’unico Paese che abbiamo e non è proprio male. Spaziando nelle vicende italiane fa notare quanto Macchiavelli avesse ragione quando diceva che solo un principe poteva unire l’Italia. Nel 1860 lo ha fatto la casa Savoia. Millenium Arena, l’ultimo dei racconti è ambientato nel futuro prossimo, una specie di combattimento tra gladiatori del XXI secolo, dove protagonisti sono sempre uomini non comuni. Su questo concetto si è soffermato Manfredi, prima di lasciare spazio alle domande del pubblico. Il romanzo, come il cinema, è importante per sognare situazioni e personaggi eccezionali, serve per uscire dalla quotidianità: una vita parallela che viene vissuta nel momento della lettura, un bisogno per tutti gli uomini. Rispondendo alle domande Manfredi ha sottolineato come il suo romanzo storico spesso tragga le proprie radici da fonti reali. Questo non significa che sia vero, ma verosimile: il pathos, la ricostruzione di determinate situazioni e personaggi raccontano una storia che diventa la storia dello scrittore e quindi è altra cosa rispetto al vero. Alla classica domanda di come lavora un romanziere di successo, lo scrittore ha dato due ingredienti fondamentali: ricerca e metodo, ma una caratteristica imprescindibile: il talento, questo o lo si ha o non lo si ha. Al termine dell’incontro, chiuso da un interminabile applauso dei 250 presenti, Valerio Massimo Manfredi si è sottoposto volentieri alle foto e alle dediche dei sui libri che erano in vendita nella sala.

Pubblicata su estense.com il 26 marzo 2011

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